giovedì 30 novembre 2017
mercoledì 8 novembre 2017
LETTERE DA UNA TARANTA DI RAFFAELE GORGONI ALLA FONDAZIONE PALMIERI DI LECCE
Il libro di Raffaele
Gorgoni dal titolo Lettere da una Taranta sarà presentato il 10 novembre 2017 alle ore 18,00 presso la
Fondazione Palmieri di Lecce in Vicolo Sotteranei dalla Dott.ssa Eliana Masulli
(Presidente dell’Associazione Gnosis). Interverrà l’editore Stefano Donno
(editore de I Quaderni del Bardo Edizioni
e vice Presidente Associazione Thorah)
Originalissimo il testo
in cui dopo tante pizziche e notti melpignanesi è proprio la tanto " bistrattata,
odiata e amata, adulata e disprezzata, incensata e criticata, vezzeggiata e
maltrattata" Taranta ad esserne la protagonista. È proprio lei la Lycosa
Tarantola ad infrangere il velo di omertà e dire tutto quello che pensa del
Salento, dei politici, della notte della Taranta e delle tarantate. E lo fa
scrivendo delle lettere ad un essere umano di cui probabilmente non conosce
neanche il nome, ma che è l'interlocutore più adatto ad accogliere le sue
opinioni e i suoi sfoghi confidenziali, finalmente libera dalle catene di
tradizioni e grottesche maldicenze. Le
lettere sono precedute da uno sfogo vocale che l'autore traspone in dialetto e
poi parte il racconto storico che non lascia spazio alla noia. Tutto è condotto
con accuratezza di dettagli e con grande semplicità, catturando il lettore
ansioso di scoprire aneddoti ed episodi storici, e quasi “mitologici” un po'
forse dimenticati che si sono succeduti negli stessi vent'anni della notte
melpignanese e che riaffiorano nella memoria con grande godimento.
Il contenuto
all'interno delle lettere è quasi sfacciato, perché la Taranta si toglie
finalmente tanti" sassolini nelle scarpe" (proprio come il titolo
della collana editoriale diretta dallo stesso Gorgoni) rivelando cose viste
entrando in quei luoghi dove gli umani non avevano accesso. Lo sfogo di una
taranta non può certo incorrere in accuse partitiche e per questa sua immunità
è libera di raccontarci fatti ai più sconosciuti. Dalle prime forme di
tarantismo alla sua quasi sparizione con le prime emigrazioni verso il nord
anche da parte delle donne, con le
assunzioni nelle fabbriche quando il morso che provocava convulsioni sincopate
viene sostituito dal valium o da una seduta dal parrucchiere. La scrittura ha
il ritmo sincopato del tamburello ancestrale, e chi legge è preso nel vortice
delle notizie e degli episodi raccontati. Parallelamente ai vent'anni della
notte della Taranta nulla viene dimenticato. La politica con eventi non sempre
edificabili, gli antropologi, gli scienziati, gli anni cinquanta, la
televisione, il muro di Berlino, l'Ilva, la democrazia, la prima Repubblica, i
vari politici che nel Salento hanno fatto il buono e il cattivo tempo, i flussi
migratori e l 'incapacità di trarne beneficio derivante da altre culture.
Non vengono tralasciati
neanche Ovidio e le sue Metamorfosi, Plutarco, l'Odissea , l'Iliade e Dante. La
Taranta nelle sue lettere non dimentica di criticare personaggi che si sono
mossi nell'ambito della kermesse di Melpignano, ma fa anche tanti elogi a chi
aveva capito sin dall' inizio il senso vero di quella manifestazione. Chi
pensava, avendo in mano il libro, di trovarsi dinanzi ad una favola moderna
avrà la piacevole sorpresa, leggendolo, di avere in mano un pezzo di storia
ironicamente descritta dall'autore con la sua solita penna insolente.
iQdB edizioni di
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